Non avere paura
Questa mattina ci siamo svegliati con venti di Guerra tra Russia ed Ucraina.
Le borse globali hanno aperto con pesanti perdite ed i giornalisti hanno fatto il resto.
Il petrolio ed il gas sono saliti a prezzi record.
Ma un investitore deve avere paura?
Solo se non ha un piano Finanziario, ovvero se non era preparato a questo evento e se non aveva pianificato di avere liquidità per comprare quando gli altri avrebbero venduto.
Certo i toni sono drammatici e chi non ha paura della guerra?
In Europa ci sembra ancora più vicina a casa, l’Afghanistan (201-2014 a +40% msci world index), la Libya (nel 2011 a -7% msci world index)o quella del Golfo (2003-2011 +70% msci world index) e via dicendo non ci sembravano così reali.
Lavoro nel mondo finanziario da quasi 30 anni ed ogni volta è sempre uguale.
Le notizie sono sempre più cariche di drammaticità, sembra debba arrivare la terza guerra mondiale e ci vediamo a non poter pagare la bolletta del riscaldamento di casa, in fondo il telegiornale ha fatto i conti di quanti milioni/trilioni sono stati bruciati e chissà stasera come apriranno le notizie.
Eppure malgrado ci siano state diverse guerre l’indice Msci World ha continuato a salire, malgrado la volatilità del momento.
Ecco non è per il momento che stiamo investendo in azioni, è per il futuro!
Oggi abbiamo l’opportunità di definire i rendimenti dei prossimi anni!
Dal 1978 ad oggi 10.000,00 Euro sono diventate, investendo in indice Msci core world 878.077,00 euro con un rendimento annuale di 10,95% (tasso di rendimento medio) ed una volatilità di 14,89%.
Eh…starete pensando, ma questa sarà la terza guerra mondiale, mica come l’Afghanistan.
E se lo fosse davvero? Cosa sarà successo all’epoca?
Cosa insegna la storia?
Al di là delle considerazioni di Hulbert, è possibile realizzare un’altra analisi. Vale a dire: guardare a cosa è successo, sempre a Wall Street, nei principali conflitti che si sono succeduti dalla I° Guerra Mondiale in poi. Il risultato è significativo: i numeri indicano che la Borsa non “disdegna” la guerra. Il Dow Jones, durante la Prima Guerra Mondiale, è salito (+21,2%). La stessa dinamica al rialzo la si riscontra, poi, nel secondo conflitto mondiale: tra il primo settembre del 1939 (invasione della Polonia da parte dei nazisti) e l’8 maggio 1945 (resa della Germania agli alleati) l’indice Usa ha guadagnato circa il 23%. Un trend replicato anche nell’arco di tempo in cui l’America è stata direttamente coinvolta nella guerra. A ben vedere, risalendo verso i giorni nostri, il consuntivo positivo del Dow Jones con l’ “elmetto” non è raro. Lo si ritrova nella guerra di Corea (+19,6%) e nello stesso conflitto in Vietnam (+20,5%). Più contenuto, invece, il ritorno del paniere azionario durante le due Guerre del golfo. “- Il sole24ore del 15/04/2018
Potrei andare avanti con articoli diversi per esempio uno studio fatto da LPL research ed il risultato è sempre lo stesso, le discese sono occasioni di acquisto, certo inficia nelle posizioni già esistenti, ma comprare è comunque la cosa migliore da fare per il futuro e se hai fatto un buon piano quei soldi non ti servono per i prossimi dieci anni, almeno.
Ci ricordiamo, vero, che il mercato finanziario è incerto e imprevedibile?
Un secolo di anni di storia ci dice che con le guerre, le tensioni geo-politiche non sono mai state una perdita per i mercati azionari, questa volta potrebbe essere diverso, la storia non si ripete sempre, ma come insegna il dr. Enrico Cervellati, massimo esperto di Finanza Comportamentale in Italia, il modo migliore è di sintonizzarsi con la paura e decidere di avere coraggio, perché è esattamente ciò di cui ci pentiremo guardando, in futuro, a questa situazione pentendosi di essersi fatti scappare l’occasione.
E se quello che ho scritto non ti basta, ti allego anche uno studio fatto da blackrock il cui rendimento annuo medio dal 1940 al 2016 è stato del 11% con un’analisi più dettagliata.
Lo so che ti sembrerà assurdo, ma controlla le tue emozioni, rispetta la tua strategia di investimento e sarà già il momento in cui ti chiederai perché non hai osato di più.